#viveredimaglia: La Designer Professionista




Oggi me la prendo comoda e blatero un po' sull'essere e il sentirsi una designer di maglia professionista, cosa che, chiariamo subito, io non mi sento assolutamente.
Vi confesso che parte di queste riflessioni sono scaturite dai video della serie #coglioneno e dalle varie polemiche che sono nate tutto intorno.

Sempre più spesso mi viene fatta (o leggo sul web), un genere di domanda che riassumo così: "ma di maglia si può vivere?".
La mia opinione è che di maglia si può vivere -molto modestamente- integrando tutta una serie di attività legate ad essa: creare modelli per le ditte o da vendere direttamente a privati tramite portali dedicati (www.ravelry.com o www.etsy.com), tenere corsi e workshop brevi, vendita di capi e accessori finiti e, se si decide di fare il grande salto, vendita di filati e accessori.
Ora, va tutto bene fino a quando si gioca, meno quando io con questa attività ci devo portare a casa una pagnotta.
L'aspetto che vorrei analizzare oggi è l'attività di designer indipendente: come già sapete negli ultimi anni anche in Italia -finalmente- stanno operando figure freelance di questo genere.

Quando una designer di può definire tale?
Quando pubblica il suo pattern?
Quando qualcuno lo scarica?
Quando qualcuno lo acquista?
Quando le ditte la chiamano per commissionare lavori?


Come dicevo non ho risposta, però ho una premessa: il mondo è davvero pieno di gente cattiva che vuol farti lavorare gratis.
Ma veramente eh.
Quando cominci a muoverti per il web, con il tuo blogghettino o la tua pagina facebook, arriveranno richieste di collaborazione, offerte di filato in cambio di post o tweet o foto su instagram o chipiùnehapiùnemetta.

Ma questo non fa di me una designer professionista.

Non fa di me una designer professionista neppure 1-5-10-20-30 modelli pubblicati gratuitamente e scaricati da un trillione di persone.
Perché con un modello scaricato -e a volte anche eseguito- da un sacco di persone non ci vai a fare la spesa, al massimo può essere considerato un ottimo investimento per il futuro e ci gonfia un po' l'ego (io non ho modelli eseguiti da un trillione di persone ma mi si gonfia l'ego se lo fanno in tre, immagino quindi cosa possa accadere con 1000-2000-3000 progetti, ti scoppia sto ego!).

Insomma, l'avrete capito, pure distribuire a destra e manca schemi gratuiti non fa di te (e di me), una professionista del settore.

Perché?
Perché se tu offri un servizio gratuitamente non puoi dare un valore di mercato reale al tuo lavoro, ricordati che se il tuo schema non fosse gratuito, una gran parte di utenti del web, prima di scaricarlo, farebbe valutazioni molto più attente e una percentuale di essi (la stragrande maggioranza) non spenderebbe soldi.
Per mille motivi eh, mica perché è brutto (oh...magari è brutto per davvero eh): perché ne ho già uno simile, perché lo sto cercando così ma ho una tensione diversa, perché lo sto cercando così, ho la stessa tensione, ma voglio usare il filato che ho in casa da sei anni e il modello ne usa uno diverso, perché il tuo modello mi piace ma mi starebbe da cane, perché il tuo modello è carino ma non ho soldi da spendere, o non ne ho così tanti, o non ne spenderei così tanti o perché semplicemente non ho necessità di acquistare il tuo servizio (tu vendi un servizio, cioè una serie di comodi conteggi già fatti) in quel momento.
Tutte queste riflessioni, con un modello gratuito non le fai: scarichi e metti lì, che magari può servire. Anche se è brutto.

Lo sapete anche voi, il web è pieno di risorse gratuite, che alle volte una si chiede "ma veramente si sente il bisogno di un altro schema, per di più a pagamento?".

Io la mia risposta ce l'ho, su cosa fa una designer professionista: la vendita dei modelli.
Se io sono bravissima ma nessuno è disposto a pagare i miei lavori sto sbagliando qualcosa: la comunicazione, la presentazione o mi sto sopravvalutando, forse non sono bravissima.

Se io individuo un target di clientela, se sono in grado di offrire un prodotto\servizio che la soddisfi, se mi distinguo per originalità, simpatia\empatia, qualità dei contenuti dal marasma di persone che oggi offrono sul web, ho forse delle possibilità di fare della maglia il mio lavoro.

Tutto il resto è bla, bla, bla.

Se mi chiedi un servizio e io te lo fornisco, va pagato, non ci sono... vorrei dire qualcosa di fine, sobrio, elegante, ma vi viene solo: non ci sono cazzi.

Se invece io mi alzo una mattina e decido che voglio fare la designer di maglia, ti consiglio di cominciare a darci dentro, perché la concorrenza è il resto del mondo e per sfondare devi farti un "paiolo" che non ha eguali, esattamente come in tutti gli altri lavori.

Per finire lustrandoci almeno un pochino pochino gli occhi, e visto che abbiamo parlato di concorrenza, vi segnalo due cosine adorabili viste ieri su ravelry.com, l'ennesimo fantastico maglione di lei e questo tenero berretto a trecce-coste di una per me, fino ad ieri, illustre sconosciuta: ma quanto sono belli?

Such a Winter's Day by Heidi Kirrmaier

Glacier Express by Ekaterina Arndt

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  1. La penso nella stessa maniera....c'è da farsi veramente in quattro per farlo diventare un lavoro, nel mio caso ho deciso che dal 2014 voglio creare almeno 2/3 schemi a pagamento e poi vedrò la "reazione del mercato". Quello che a volte è scoraggiante è vedere che in Italia il mondo della maglia non è considerato altro che una cosa da "nonne" e lo si vede anche in molti modelli presentati sulle riviste che secondo il mio parere non invogliano una persona giovane ad acquistarli e tantomeno a farli. Però sono contenta che negli ultimi anni le designers italiane siano aumentate...bisogna concorrere con il resto del mondo è vero, ma è bello esserci!!:)

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    1. Eggià... mentre su Ravelry c'è l'imbarazzo della scelta, che da quanta roba bella, ben costruita, con uno sviluppo taglie che accontenta tutte, in Italia si pensa ancora a far fare il maglione anni 80. Per il tuo proposito di pubblicare presto i tuoi modelli, ti faccio un enorme in bocca al lupo! :)

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  2. Oltre a essere d'accordo con Natascia, vorrei soffermarmi proprio sul problema del lavorare gratis. In Italia questo non è considerato un lavoro in primis dagli utenti stessi del "servizio". Troppo spesso sento commenti piccati di persone che tacciano di presunzione (più o meno velatamente) chi prova a fare di questa passione un lavoro. Troppo spesso mi sento offrire collaborazioni in cambio di sconti o di visibilità. Magari non ci rà posto per tutti e sarà il mercato a decidere chi potrà fare la spesa e chi dovrà guadagnarsi la pagnotta diversamente.
    La cosa più vera tra le tante dette da Natascia, è che c'è da farsi un paiolo tanto! Detto ciò, buon lavoro a tutt*, talentuos* e meno ispirat* e fanzum alle male lingue e agli invidiosi.

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    1. Eh caro Orsetto... è il mondo del web, dove da dietro ad un monitor ci si permette di dire cose che di persona non ci sogneremmo mai di dire!!! Siamo tutti coraggiosi quando non dobbiamo parlare guardando le persone negli occhi! :D :D :D

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  3. Oltre a quello che è già stato detto, aggiungerei che spesso la fortuna di certi personaggi - e non mi riferisco purtroppo solo al mondo della maglia - è data dal seguito di anime adoranti che, in preda a non si bene quale genere di delirio, perdono del tutto la capacità di giudicare con obbiettività, rendendo "famosi" anche progetti che meriterebbero in realtà l'eterno oblìo. Ecco, se ci fosse meno ipocrisia vivremmo tutti sicuramente meglio.

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    1. Ahahahah!!! Questo si (mentre scrivo flash degli ultimi lavori di S. W.!!!). Però mi sento anche di dir che crearsi e coltivare una schiera di funz adoranti è pur sempre un talento! :)

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  4. Grazie per questi due bellissimi modelli...

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  5. finlmente un messaggio schietto! sono d'accordo sul fatto che il mercato italiano è davvero sconfortante. tutti i miei colleghi pensano che io sia pazza a fare la maglia, credono che faccia maglioni da "grande freddo" sformati e senza alcuno stile o sciarpe della nonna. Riguardo la possibilità di farne un lavoro, io non o talento e quindi nn si applica a me, ma vedo in giro tanta persone piene di idee e voglia di portare avanti la loro passione e le ammiro molto!

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    1. Condivido, in giro è pieno di gente che ha grandi idee supportate da capacità e talento e si meriterebbe successo. Sono sicura che arriveranno soddisfazioni per chiunque abbia voglia di impegnarsi e mettersi in gioco, con grande soddisfazione per tutte le persone che lavorano a maglia e vogliono indossare cose più belle del maglione sformato! :)

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  6. Adoro la schiettezza e le persone che con franchezza anche a costo di essere giudicate dicono le cose come stanno!!!
    Nelle tue riflessioni ci sono molti spunti su cui io tutti i giorni mi confronto e cerco di migliorare ...e per questo mi sentirò meno sola oggi quando ci rifletterò, grazie !!! sicuramente lo condividerò sui la mia pagina

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  7. Ho letto veramente con gusto questo tuo "blaterare" diretto e senza giri di parole, e non posso che essere d'accordo con te. Difficile affermarsi (che parolone!) in questo mondo che pensa che il lavoro a maglia sia un "non lavoro", un passatempo, e quindi possa essere sottovalutato e sottopagato. Anche io sto cercando di ritagliarmi un angolino in questo mondo di squali, ma spesso e volentieri il futuro mi sembra sempre più tendente al grigio....ma puntare i gomiti e non demordere è l'unica soluzione che al momento mi viene in mente....

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